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Al Ristorante L’Angolo d’Abruzzo troverete la qualità delle materie prime “galleggiare” sopra un fiume di splendidi vini.

7 marzo 2013

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Arrivare a Carsoli da Roma, o dai grandi centri Abruzzesi, è cosa relativamente facile, giacché l’ordinata cittadina dista pochissimo dall’omonima uscita dell’autostrada A24.

La mancanza di traffico e i comodi e larghi marciapiedi rendono piacevole una breve passeggiata conoscitiva del luogo, soprattutto durante un’assolata e tiepida giornata di Inverno.

Il ristorante L’Angolo d’Abruzzo lo troverete di fianco alla locale stazione ferroviaria, con la quale divide la piazza parcheggio. Varcata la soglia d’ingresso, vi troverete in una sala elegante ma densa di tavoli, forse con lo scopo di voler mantenere un ambiente più informale e che quindi possa metter a proprio agio la maggior parte degli avventori. Anche l’accoglienza senza fronzoli, rapida e diretta, credo sia voluta proprio per dare quel tocco in più di tradizione che poi ritroveremo nelle pietanze.

Spazioso e confortevole il bagno e fa bella mostra di se, oltre un ampio vetro, l’ordinata e pulita cucina a vista.

Scorrendo il menù noterete che qui si punta sulla materia prima del territorio, stagionale e di vicinato. Vi basterà guardare il cestino del pane e assaggiarne il contenuto per capire i prodotti che mangerete in seguito.

Ci sono due menù degustazione, il primo molto di base che permette di fare una piccola esperienza a un costo contenuto, l’altro più articolato. Volendo entrambi possono essere accompagnati da vini al calice.

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Noi abbiamo preferito scegliere alla carta e abbiamo iniziato il nostro pranzo con i classici ravioli di ricotta di pecora con pomodoro e basilico. Buona la ricotta che immaginiamo di un bravo pastore lì vicino.

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L’altro primo è stato a base di fettuccine di grano Solina con ragù Abruzzese alle tre carni e pecorino dell’alta valle del Turano. Chi mi conosce sa in che modo apprezzo il grano Solina (e Saragolla) d’Abruzzo e in questa pietanza mi è molto piaciuta la pasta dal sapore autentico e pieno del vero grano.

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Ottimo il vino Montepulciano d’Abruzzo Mazzamurello 2007, scelto da una carta dei vini voluminosa e impressionante per numero di referenze. Torre dei Beati ha creato un grande vino, morbido rotondo dai tannini fini e beve compulsiva e dall’intelligente buon rapporto qualità prezzo.

Per chi fosse interessato ad approfondire:

Ci siamo sentiti veramente Beati bevendo il Mazzamurello.

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A seguire abbiamo scelto il maialino lattonzolo in doppia cottura con veli di patate e pecora “Ciavarra” agliu cutturu con spezie di alta montagna e cicoria di campo. Il maialino, proveniente dai pascoli montani, è cotto sottovuoto a bassa temperatura e poi finito in padella. Sebbene la presenza di numerose spezie e la lunga e complessa cottura, è interessante notare come la pietanza rimanga molto elegante al palato. Saremo forse tradizionalisti ma riteniamo che in accompagnamento una patata al forno, o a tortino, sarebbe stata più adeguata.

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La pecora alla cottora ricorda la transumanza quando le pecore in malessere finivano, bollite a lungo, nel paiolo di rame. Oggi è usata la pecora giovane (Ciavarra) e il piatto che ti prepara Valerio Centofanti ti proietta di colpo in un ovile di alta montagna. Il sapore, la dolcezza e l’intensità degli aromi in accompagnamento ti fanno viaggiare libero fuori dalla sala. Piacevole e a contrasto la cicorietta di campo in abbinamento. Questo piatto valeva il viaggio.

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Interessante il pre dessert composto di ciambellina al vino bianco con semi di anice selvatico di Pietrasecca, crostatina di pasta frolla tradizionale con ripieno di marmellata di visciole, brutto e buono, pasta frolla alle mandorle con ripieno di ricotta di pecora miele di acacia e crema pasticciera e cestino di pasta frolla alla cannella con ripieno di marmellata di arance mele pinoli e pistacchi.

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Ricchi di colore i dolci che sono stati accompagnati da un liquore a base di genziana molto elegante.

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A fine pasto Valentina ci ha accompagnato a visitare la stupenda cantina, dove abbiamo incontrato il preoccupato, a ragione, papà Lanfranco. In effetti, gli spazi per passare sono così stretti che inavvertitamente potresti far cadere a terra uno dei tanti suoi “figli adottivi”. Nelle varie stanzette ci sono più di 2000 etichette e fa impressione, per densità “enologica” quella dedicata alla Toscana. Qui si trova di tutto e portafoglio permettendo si potrebbe godere (o aggiungere in collezione) un Chateau Petrus d’annata, o scegliere tra le tante verticali disponibili di Valentini, Gaia, Sassicaia, Pergole Torte …

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Torneremo in stagione per degustare funghi e tartufi che sono un sicuro asset di questo ristorante e anche per comprendere più a fondo la duplice capacità della famiglia Centofanti di raffigurare la materia prima del suo territorio con le proprie pietanze e di essere così cosmopolita con i vini.

Ristorante L’Angolo d’Abruzzo

Via Aldo Moro 8

Carsoli AQ

Tel. 0863 997429

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