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Verticale storica di dodici annate, Cantine Marisa Cuomo, Fiorduva Costa d’Amalfi Furore Bianco.

22 dicembre 2015

Era quasi estate, quando con alcuni amici, appassionati di cose buone, mi recai nella bellissima Costiera Amalfitana.

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Accompagnati da Andrea Ferraioli, abbiamo visitato alcune vigne, dalla struggente bellezza, che poste su terrazzamenti dolomitici, facevano trasparire anche il rischio e l’enorme fatica necessaria per coltivarle.

Quella visita mi rimane nell’anima e a volte assume i connotati di un sogno e quindi la lettura del mio articolo, scritto al tempo, https://foodwineadvisor.wordpress.com/2015/05/05/marisa-cuomo-e-le-sue-vigne-sospese-fra-mare-e-cielo/ mi riporta a quella che fu una piacevole realtà.

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Sono passati pochi mesi, siamo a Dicembre 2015 e, grazie a FIS Roma, eccolo di nuovo Andrea, accompagnato dalla moglie Marisa Cuomo, sul palco di una sala dell’Hotel Rome Cavalieri, illuminarci su tutte le vicissitudini atte a tenere in vita questa viticoltura estrema che assume caratteri di eroismo.

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I terrazzamenti sono così stretti che le viti escono in orizzontale dalla parete rocciosa o dal muretto a secco, le pendenze sono ripidissime, così come gli scalini rocciosi che portano da un terrazzo all’altro. Rimango affascinato dal fatto che oltre al turismo, anche produrre il vino, sta generando ricchezza e parità di genere, con le donne che sono impiegate almeno nel 50% delle attività, con punte ancora superiori nel periodo della vendemmia. Un esempio evidente è anche il lavoro svolto da Marisa che praticamente gestisce la cantina, curandone tutti gli aspetti dall’inoculo dei lieviti allo spostamento fisico delle barrique.

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La sala è gremita in ogni ordine di posti e riconosco molti appassionati Romani che sono qui, felici di partecipare a questa degustazione storica di dodici annate del Costa d’Amalfi Fiorduva Furore Bianco.

Come già scritto nel precedente articolo, il vino è un blend dei vitigni autoctoni locali: Ripoli, Fenile e Ginestra. Infatti, il vitigno Ginestra, si fa notare al naso, apportando l’odore dei fiori gialli dell’omonima pianta, appartenente alla famiglia delle Fabaceae, insieme all’odore di tanta frutta a polpa gialla, apportando anche acidità e freschezza di beva. Il Fenile apporta la colorazione dorata (fieno), lo zucchero e di conseguenza l’alcol e profumi neutri. Il Ripoli concede frutta gialla, tropicale e miele e con l’età sviluppa i toni idrocarburici che lo fanno assomigliare al più famoso Riesling. Un ottimo contributo minerale viene altresì concesso dal territorio dolomitico e calcareo che contiene anche un substrato vulcanico, mentre il mare, che è di fronte, ha profuso una piacevole sapidità. Il passaggio nella barrique dona al vino rotondità e leggera dolcezza, che unite al contributo del suolo e dei vitigni creano un vino strutturato e complesso destinato a durare.

Il Fiorduva 2013 è figlio di un’annata calda, infatti, la gradazione alcolica raggiunge 14% vol., mentre per tutti gli altri vini sarà di 13,5% vol. Il colore è giallo paglierino brillante. Si presenta esuberante al naso con profumi di frutta tropicale, note balsamiche e saline, seguite da frutta a polpa gialla e fiori bianchi. In bocca è fresco grazie alla parte acida che contrasta e ancora prevale sulla dolcezza. Da abbinare con carne bianca.

Il Fiorduva 2012 ha beneficiato di un’annata regolare. Di un giallo paglierino con toni di un dorato più deciso, rispetto al precedente, questo vino sprigiona, oltre ai profumi di frutta tropicale, balsamici, frutta gialla, anche fresche note agrumate e di smalto. Il palato rivela un vino sapido, rotondo che chiude fruttato e con rimandi di sapidità marina.

Il Fiorduva 2009 è di un bel colore oro, così come gli altri a seguire, ad eccezione dell’annata 2007 che è più scarico. Al naso si fa sentire il vitigno Ripoli con la sua nota d’idrocarburo che somiglia molto a quella del kerosene. Si percepiscono gli odori anche dei capperi e della pesca nettarina che rendono l’apporto olfattivo molto nitido ed elegante. Il vino in bocca è integro, con gli agrumi in rilievo su una leggera speziatura. Chiude fresco.

Il Fiorduva 2008 è più caratterizzato, nei profumi, dal vitigno Ginestra che apporta lo specifico odore che si unisce a quelli dello zafferano, miele, spezie e macchia mediterranea.

Il Fiorduva 2007 è stato prodotto durante un’annata con piovosità ottimale fatta eccezione del periodo della vendemmia, dove è piovuto di più. Al naso, insieme al mango e alla papaia, sono evidenti la buccia di mandarino e la foglia di agrume che sono accompagnate da una nota minerale. In bocca è di una piacevole sapidità, altresì compensata dalla grassezza e morbidezza del vino.

Il Fiorduva 2006 non si riesce a degustarlo perché il vino è ossidato e presenta anche frammenti del sughero che, evidentemente, non ha fatto il suo dovere. Purtroppo l’alto numero dei partecipanti e la scarsa presenza delle bottiglie non ne permettono l’assaggio. Sarà mia cura integrare quest’articolo appena mi sarà possibile degustare la specifica annata.

Il Fiorduva 2005 si presenta con la sua spiccata nota minerale d’idrocarburo che si accompagna a quella balsamica. Al palato è coerente con i profumi, mancando un poco nella freschezza.

Il Fiorduva 2004 è un tripudio odoroso di frutta, miele, fico, erbe aromatiche, con timo e menta in bella evidenza, poi tanto ma tanto “mare”. Di conseguenza in bocca è piacevole, morbido, sapido e minerale.

Il Fiorduva 2003 è stato premiato con l’Oscar del vino nel 2006. L’annata torrida e poco piovosa ci ha donato un colore dorato deciso, odori di frutta esotica, miele e balsamici. In bocca è rotondo, minerale e chiude ammandorlato. Un compagno ideale per un piatto di ottimi funghi.

Il Fiorduva 2002 è figlio di un’annata piovosa. Al naso ci sono tanta frutta con l’albicocca in evidenza, poi camomilla e ancora “mare”. In bocca si avverte la dolcezza contrastata dalla salinità e un poco meno dalla spalla acida. Chiude leggermente amaro.

Il Fiorduva 2001 sorprende per la complessità degli aromi, un vero tripudio di carciofi, pasta di mandorle, miele di corbezzolo che sono accompagnati da note minerali. Questo vino presenta una maggiore acidità, rispetto a quello dell’annata 2002, e quindi una migliore bevibilità che è splendidamente suggellata dalla dolcezza del dattero di terra miscelato alla salinità di quello di “mare”.

Il Fiorduva 2000 è un bouquet di ginestra, pistacchio, arancia che si unisce a una nota di tostatura lieve e ancora “mare”. Il sorso è perfettamente coerente con i profumi avvalorando, senza possibilità di smentita, che il Costa d’Amalfi Fiorduva Furore Bianco può raggiungere i quindici anni e non dimostrarli.

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Corro a salutare Andrea e Marisa, emozionato dai loro vini che contengono tutto questo magico territorio, sospeso fra il mare e il cielo.

Cantine Marisa Cuomo

Via G. B. Lama 16/18

Furore SA

Tel. +39 089830348

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