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Perbacco, quanto è buono il Nero Buono.

23 marzo 2013

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La città di Cori, in provincia di Latina, è piena di reperti storici. Uno di essi è l’interessante Complesso Monumentale di Sant’Oliva. La struttura situata nel centro cittadino comprende il convento ora divenuto Museo con il notevole chiostro.

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Bella anche la Cappella del Crocefisso e particolare la Chiesa che ha in sostanza inglobato un preesistente tempio Romano.

All’interno di questo particolare monumento la Città di Cori ha voluto rendere omaggio al suo vino Nero Buono.

Certo di degustazioni ne ho fatto ormai un po’ e anche in luoghi diversi, e devo ammettere di aver provato meraviglia e piacere nel partecipare quest’ultima all’interno della storica chiesa lo scorso Sabato 16 Marzo.

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Il Nero Buono conosciuto anche come Nero di Cori, proprio per la sua presenza prevalente in questo comune e con presenze in provincia di Latina e Castelli Romani, è un vitigno che ben si è adattato al terreno di origine vulcanica che conserva condizioni climatiche uniche sul bel pendio che guarda la Pianura Pontina. Il vino che si ricava ha caratteristiche di maggior struttura o eleganza  in conseguenza alla natura più calcarea o argillosa dei terreni.

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Le aziende di riferimento sono Marco Carpineti – Azienda Agricola Biologica, Cincinnato e Tenuta Pietra Pinta.

La degustazione è stata condotta dal Presidente Nazionale ONAV Vito Intini.

Il primo vino all’assaggio è stato il Pietra Pinta Colle Amato 2010 dotato di tanto frutto. Proviene da terreni argillosi di medio impasto e si presenta con un bel colore violaceo luminoso, giovane ed elegante nei profumi, con note di vaniglia, frutti rossi, liquirizia e grafite. L’eleganza ritorna al gusto accompagnata da un carattere vinoso e presenta tannini morbidi ed eleganti. Il tutto è sostenuto da una buona acidità. Sosta in barrique nuove per 12 mesi.

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L’Apolide 2009 di Carpineti si presenta con un colore più scuro. Al naso è etereo, con presenza di piacevoli erbe aromatiche. Attacco in bocca deciso con presenza di frutti rossi e liquirizia. Questo vino ha tannini fini, buona persistenza e armonia.

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Ancora di Pietra Pinta il fresco Colle Amato 2008 che sa di frutta dolce macerata e crostata. In bocca è rotondo, spesso, persistente. I tannini sono rotondi e l’acidità è molto controllata.

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L’Apolide 2007 di Carpineti è fresco grazie alla piacevole acidità. Di colore rosso granato intenso, presenta profumo etereo con una nota balsamica insieme a frutta matura, spezie e noce moscata. In bocca è ampio, potente, maestoso, e presenta tannini fini.

ImmagineL’Ercole 2006 di Cincinnato è un vino beverino, evoluto al naso con sentori di frutta rossa in gelatina, liquirizia, grafite, talco. Ampio, profondo e al tempo stesso fresco e persistente in bocca è altresì elegante con note di pasticceria e liquirizia.

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Sempre di Cincinnato l’Ercole 2004. Vino complesso di colore rosso cupo. Meno intenso nel fruttato rispetto al fratello minore, aggiunge una nota balsamica. Al sorso è potente, strutturato  e persistente. Nota di liquirizia su tutte e tannini a grana fine.

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Sono rimasto molto colpito dalla piacevolezza di tutti i vini degustati e mi ha fatto piacere conoscere l’abilità con la quale i tre Artigiani stanno costruendo un vino che unisce il territorio e le caratteristiche tipiche del vitigno Nero Buono completandolo con un’esecuzione di tipo internazionale. Credo che la strada intrapresa sia quella giusta perché questi vini uniscono la complessità dei profumi e dei sapori insieme alla grande eleganza dei tannini conservando un’ottima bevibilità grazie anche alla piacevole acidità.

Un altro aspetto sul quale investire è sicuramente l’enoturismo, perché Cori oltre a presentare un bel panorama è ricca di reperti storici ed è vicino ad altri siti interessanti di montagna e di mare. A livello di marketing penso che basterà seguire l’esempio degli avi che hanno ben nominato le loro uve bandiera del territorio, Nero Buono e Bellone, e quindi sfruttando l’attrattiva di questi nomi per fare delle nuove campagne pubblicitarie mirate.

La comunità di Cori è seduta su un tesoro di vino e se vuole può con le giuste strategie di espansione dei vigneti e degli aspetti collaterali (enoturismo) creare quel rilancio del territorio anche in termini di maggior lavoro e benessere. Io glielo auguro di cuore.

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